Marmo o granito? È una domanda che spesso ci si sente rivolgere, data la somiglianza tra le due tipologie di pietre naturali.
In estrema sintesi, la principale differenza tra questi due materiali risiede nella durezza. Rispetto al marmo, i rivestimenti in granito (più duro da tagliare), sono più laboriosi da lucidare ed è più arduo rifinirli. Grazie a tale durezza, il granito è anche più resistente all’usura e anche ad agenti chimici e atmosferici, detergenti, polvere, sporco e pioggia.
Tra i principali impieghi del marmo, figurano:
rivestimenti e complementi d’arredo per interni / piani cottura o lavabi, piatti doccia.
Il granito, invece, si adatta meglio agli esterni: pavimentazioni, rivestimenti e arredi per cortili. Entrambi i materiali, comunque, possono essere colorati e personalizzati o combinati a piacimento.
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Fiammatura e spazzolatura
Per rendere la superficie del marmo o del granito antiscivolo, vagamente ruvida e irregolare, si ricorre alla fiammatura. Grazie a una fiamma ossidrica, e alla temperatura di circa 600 gradi, vengono operate delle micro-fratture sulla superficie, causate dallo shock termico. In questo modo, anche se bagnata, la superficie non sarà pericolosamente scivolosa.
Un procedimento che, nelle fasi di lavorazione del granito, in genere segue la fiammatura per pavimenti e rivestimenti interni è la spazzolatura: il risultato è simile a quello della levigatura, ma la superficie diventa più morbida, leggermente irregolare e quasi “ondulata” al tatto.
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